Nell'articolo di oggi analizzeremo l'importanza di Chiesa greco-cattolica melchita nella nostra società attuale. Chiesa greco-cattolica melchita è un argomento che ha acquisito grande attualità negli ultimi anni, generando dibattiti e polemiche in diversi ambiti. Nel corso della storia, Chiesa greco-cattolica melchita è stato fondamentale nella vita delle persone, influenzando il loro modo di pensare, agire e relazionarsi con l'ambiente. In questo articolo esploreremo diversi aspetti legati a Chiesa greco-cattolica melchita, dal suo impatto sulla cultura e sulla società al suo ruolo nello sviluppo personale e professionale. Inoltre, esamineremo le implicazioni etiche e morali di Chiesa greco-cattolica melchita, nonché il suo potenziale di generare cambiamenti positivi nel mondo. Senza dubbio, Chiesa greco-cattolica melchita è un argomento che merita la nostra attenzione e riflessione, quindi speriamo che questo articolo serva come punto di partenza per approfondirne lo studio e la comprensione.
Chiesa greco-cattolica melchita (AR) كنيسة الروم الملكيين الكاثوليك
Oggi, nell'uso comune, il termine "melchita" è attribuito ai soli cattolici di rito bizantino e di lingua araba. In passato, con il termine "melchita" si designavano tutti i cristiani di rito bizantino, sia cattolici sia ortodossi, dei patriarcati di Alessandria, di Antiochia e di Gerusalemme. Nel VII secolo avvenne una scissione, all'interno della Chiesa di Antiochia, tra calcedonisti e non calcedonisti. Questi ultimi chiamarono "melchiti" (da malkā, ossia "sovrano" in siriaco) i fedeli dell'altra parte, che conservavano, nelle questioni cristologiche, la fede calcedonese dell'imperatore bizantino. I cattolici melchiti sono chiamati in arabo Rūm Kathūlīk, dove il termine Rūm indica Costantinopoli in quanto "nuova Roma".
La liturgia in uso presso i melchiti segue il rito bizantino, caratteristico della maggior parte dei cristiani orientali. Esso fu codificato e sistematizzato da San Giovanni Crisostomo ed è rimasto pressoché invariato dai secoli VI-VII secolo. I melchiti seguono le varianti greche del rito bizantino, ma si distinguono da altri cristiani d'Oriente poiché usano come lingua liturgica principalmente l'arabo.
Oggi la maggioranza dei melchiti vive tra Siria, Libano (dove rappresentano il terzo gruppo cristiano dopo i maroniti e i greco-ortodossi) e in Israele (dove rappresentano la maggioranza dei cristiani).
Storia
Nel V secolo, il Concilio di Calcedonia decretò la cosiddetta dottrina "cristologica": Gesù unigenito Figlio di Dio, Gesù è veramente Dio e veramente uomo. Marciano, imperatore di Costantinopoli, pose i decreti del Concilio come legge dello Stato.
Coloro che accettarono le decisioni del Concilio furono, pertanto, detti "uomini del re" o "melchiti".
Nel XVII secolo, le missioni cattoliche in Medio oriente sostennero il movimento di vescovi, clero e fedeli delle chiese ortodosse locali che iniziavano a vedere con favore un ritorno nel seno della cattolicità, anche per godere della protezione accordata dai sultani ottomani ai cattolici in base al regime delle Capitolazioni siglate da Solimano il Magnifico con il re di FranciaFrancesco I.
Nel 1709, Cirillo III, patriarca di Antiochia, riaffermò l'autorità del Papa. Le comunità ecclesiali locali si divisero tra chi vedeva nel riconoscimento del primato romano un'occasione di salvezza e chi considerava i missionari latini incapaci di comprendere la tradizione orientale. Nel 1724 la parte di clero favorevole al ritorno sotto l'autorità spirituale dichiarò formalmente l'unione con la Santa Sede.
Nel corso del XIX secolo, i rapporti tra la Chiesa melchita e la Santa Sede non furono esenti da tensioni, dal momento che Pio IX (1846-1878) cercò a più riprese di affermare la supremazia papale (si pensi in particolare alla bolla Revursurus del 1866) e spesso di avviare una particolare latinizzazione della liturgia e del diritto canonico. Solo con Leone XIII (1878-1903) e l'enciclica Orientalium dignitas i rapporti tra la Santa Sede e le comunità cattoliche di rito bizantino si distesero.
Durante il Concilio Vaticano II, Massimo IV, patriarca di Antiochia, contribuì all'apertura del dialogo con la Chiesa ortodossa.
Dall'inizio del XXI secolo la Chiesa melchita, al pari di molte altre comunità cattoliche e ortodosse, vive nuovi momenti di tensione, in particolare a causa dell'elevato tasso di emigrazione, dell'instabilità politica nei territori del Medio Oriente, e più di recente per le minacce di gruppi fondamentalisti islamici.
Struttura ecclesiastica
La Chiesa greco-cattolica melchita è suddivisa nelle seguenti circoscrizioni ecclesiastiche:
Nelle terre di origine
Con la lettera apostolicaOrientalium dignitas, papa Leone XIII nel 1894 estese la giurisdizione del patriarca greco-melchita di Antiochia «sopra tutti i fedeli del medesimo rito che dimorano entro i confini dell’Impero Turco». Questa decisione definì il territorio su cui il patriarca cattolico greco-melchita di Antiochia esercita la sua giurisdizione, che comprende tutte le nazioni che costituivano l'impero ottomano.
^Žužek, Studio storico giuridico sui titoli del patriarca dei Greco-Melkiti, pp. 186-187. La giurisdizione si estende anche sull'Egitto e sul Sudan; infatti, come scrive Žužek (p. 186), nel «diritto non basta "conquistare" un territorio, perché esso de iure non appartenga più allo stato di cui faceva parte precedentemente».