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Franca Ageno, coniugata Brambilla (Reggio nell'Emilia, 27 maggio 1913 – Milano, 13 ottobre 1995), è stata una filologa e italianista italiana. Rivolse la sua attenzione agli autori più antichi della letteratura italiana.
Era figlia di Federico Ageno, bibliotecario e filologo italiano che fu anche direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Franca Ageno studiò presso l'Università degli Studi di Genova, dove fu allieva di Alfredo Schiaffini e Achille Pellizzari, fu poi filologa presso il "Centro di studi di filologia italiana" dell'allora Accademia d'Italia tra il 1939 e il 1940. Nel dopoguerra Franca Brambilla Ageno, oltre ad insegnare al Liceo Classico Statale C. Beccaria di Milano, continuò i suoi studi in campo linguistico e filologico che la porteranno prima ad essere docente di storia della lingua italiana per l'anno accademico 1958-1959 presso l'Università Cattolica di Milano (su invito di Giuseppe Billanovich); poi docente di letteratura italiana all'Università degli Studi di Parma fino al 1974. Socia dell'Accademia della Crusca dal 15 maggio 1970, ne divenne Accademico dal 6 luglio 1990, tenendo tale posizione fino alla morte.
Nel 1940 sposò Arturo Brambilla, amico e corrispondente di Dino Buzzati, da cui ebbe una figlia, Elena Brambilla.
L'operato di Franca Brambilla Ageno in campo filologico e linguistico, uno dei più importanti del XX secolo, si concentrò sull'analisi degli autori dei primi secoli della letteratura italiana, curandone l'edizione critica dei vari manoscritti. In particolar modo la studiosa si dedicò al Cantico di Frate Sole di san Francesco d'Assisi, alle Laudi di Jacopone da Todi, a Dante Alighieri (di cui realizzò una monumentale edizione del Convivio in tre volumi), all'Elegia di Madonna Fiammetta di Giovanni Boccaccio, al Trecentonovelle di Franco Sacchetti, al Morgante di Luigi Pulci. Redasse curatele, saggi e pubblicazioni relative alla scienza filologica, tra cui si ricorda L’edizione critica dei testi volgari del 1975.
Alla morte di Franca Ageno, avvenuta nel 1995, la figlia donò alla sede di Brescia dell'Università Cattolica una parte dei libri e dell'archivio privato della studiosa, mentre il resto confluì nell'Accademia della Crusca.
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